Villa Glori - Roberto Rossi Architetto

Roberto Rossi ARCHITETTO PAESAGGISTA LANDSCAPES & GARDEN
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Villa Glori [concorsi e workshop]
PREMESSA
L’area di studio è circoscritta alla sommità di Villa Glori, il sito è fortemente caratterizzato dall’evocazione dello sfortunato gruppo dei caduti di Cairoli e gli interventi sono ovviamente minimali. Proprio per questo ho pensato ad una deriva da quello che inizialmente era il progetto di un giardino esclusivamente sonoro ad un sito dove tutti i sensi potessero essere stimolati. Ciò rende possibile anche a persone con diversi gradi di abilità di poter godere di un posto mutuato al piacere di poterlo frequentare. Le impronte sonore che si evidenziano con i ricercati giochi d’acqua,l’affaccio sul costruito dal Piazzale delle Rimembranze , il maneggio ridisegnato e vero cuore dell’area creano un “continuum” con l’attacco della scarpata di Villa Glori dalla sua sommità fino a Via Guido Reni e oltre ,consentendo una fuga prospettica che guida il visitatore in una totale immersione sensoriale

ANALISI DEL PROGETTO
Il voler realizzare un giardino moderno che riprendesse il significato immediatamente percepibile di una porzione di spazio urbano destinato alla percezione sensoriale comincia a fare da collante alle molte esperienze tecniche e non, che accompagnano un paesaggista in formazione.
Le fonti di ispirazione da me adottate e ampiamente discusse nella precedente relazione sono sicuramente aderenti al progetto intero ma uno spazio così ridotto come quello della sommità di Villa Glori richiede interventi minimi, quasi in punta di piedi provvedo a realizzare degli angoli dove tutti i sensi vengono stimolati da percezioni visive, sonore e tattili. Ogni piccolo ambito crea un confine, un margine con il circostante ambito dove l’interferenza stimolerà la curiosità di chi vorrà entrare in questo spazio. Le “mappe” sonore che si identificheranno saranno circoscritte da “confini” sonori e sensoriali. Le impronte sonore determinano un ‘area con un suono caratteristico. In particolare “……una volta che un’impronta sonora è stata identificata, meriterebbe di essere protetta perché rende unica la vita acustica di una comunità…”.
 

L'AFFACCIO
Dalla sommità di Villa Glori un’opera d’arte  di Laura Biagiola simula una goccia d’acqua che ,cadendo in un liquido, genera la propagazione sonora che ,ingigantendosi, trasporta fino alla vecchia area del maneggio le sue informazioni psicoacustiche.
L’affaccio sul paesaggio urbano circostante riprenderà l’enfasi emotiva derivata da esempi di realizzazioni già esistenti, in particolare mi sono ispirato a realizzazioni di Cristina Tullio, architetto paesaggista italiano che ha curato anche la realizzazione di Piazza dell’Acquedotto Alessandrino a Roma. Anche il recente ponte realizzato all’EUR dall’architetto Franco Zagari è fonte di riflessione. Si vuole ,così, realizzare un “balcone” che apre la visuale sulla sottostante Via de Coubertain che genera l’asse ottico fino al nascente MAXXI, Piazza da Fabriano per giungere infine alle pendici di Monte Mario.
Come accennavo nella precedente esposizione, un ‘onda sonora si propaga in un mezzo. Idealmente questo mezzo è rappresentato dall’acqua. Acqua che, attraverso il declivo di Villa Glori, porterà le sue informazioni sonore fino alla spianata del maneggio. Dal Parco della Ragnaia fino a Sheppard Craig che ha restaurato la scala d’acqua del Vanvitelli nella Reggia di Caserta, molte sono le fonti di ispirazione. Nel Parc de L’Imaginarie a Terrason sono ben evidenti ed esplicitate le empatie che si possono generare con un assorto visitatore che si può beare del suono dell’acqua che gorgoglia nel superare un dislivello. Idealmente il Parc Diderot o il Canyon Austral a Parigi può essere lo spunto di come far “fuoriuscire” idealmente l’acqua dal ciglio della scarpata facendola incanalare tra pietre di ardesia o travertino incise per questo scopo.

I PERCORSI, LE TERRE E GLI SPAZI SENSORIALI
L’uso di terre stabilizzate e variamente colorate offre l’infinita possibilità di creare accostamenti policromi di più varia fattura. L’alternare spazi di diversi colori crea un effetto suggestivo atto a suscitare emozioni nell’osservatore. Anche i non vedenti potranno avvertire il cambiamento di tipologia di percorso avendo l’accortezza di rullare diversi tipi di terre con agglomerati granulometrici diversi.La sensazione che si avrà calpestando un diverso tipo di suolo potrà diventare, cosi, un modo per identificare vari percorsi e quindi arrivare a diversi confini sonori.
Si creeranno spazi minimali dove inserire delle arpe eoliche o dei giochi mossi dal vento come nel citato giardino a Terrason. Si riprenderanno anche gli spunti proposti lungo il percorso inserendo dei nastri di rame o acciaio ondulato che, in caso di pioggia, verranno colpiti dalle gocce d’acqua generando delle sonorità tipiche del percorso.
Dalla zona sottostante il piazzale si dipartono due sentieri che portano all’area del maneggio. Per uno, realizzato ex novo si utilizzeranno le necessarie tecniche di rinforzo della scarpata con accorgimenti antierosione approfonditi ampiamente nelle tavole di progetto analizzando nel dettaglio l’uso di georeti e geostuoie.

LE LUCI E I SUONI
Lo spazio disponibile sarà godibile anche di notte tramite i sistemi di illuminazione e diffusione sonora della Martin Architectural. In particolare i Virostation permettono una illuminazione scenografica o d’accento semplicemente modificando le angolazioni di pannelli diffusori. L’eventuale diffusione sonora affidata ad appositi pannelli piatti, può modulare l’illuminazione ottenuta da fibra ottica generando effetti molto interessanti.
Nell’area del Piazzale delle Rimembranze, evocativo del sacrificio dei fratelli Cairoli e dei loro soldati, prevedo la messa in opera di un letto di terminali flessibili in acciaio o fibra di carbonio che, mossi dal vento, simulano un campo di graminacee che ondeggia, appunto, al minimo alitare del vento. Sulla sommità di ogni asta viene collocata una fibra ottica o un terminale a led di colore blu che renderà il movimento percepibile anche di notte.
In Italia innumerevoli sono gli esempi di parchi sonori o sensoriali, in parte legati anche alla nuova branca della garden terapy. Spicca il lavoro di Luigi Berardi che con il suo parco sonoro realizzato con la collaborazione di Tonino Guerra  a Pennabilli e Morciano di Romagna, ha saputo creare un percorso connotato da evidenze puntuali costituite da arpe eoliche, cavità risonanti e giochi di suoni ottenuti da lamine metalliche messe in vibrazione dal vento o dalla pioggia.

DIGRESSIONE SEMISERIA SULLA REALIZZAZIONE DI UN PLASTICO DI STUDIO (…… e sul perché realizzarlo)
Il legno di faggio della “spianatora” dove mia nonna stendeva la pasta fatta in casa per fare le fettuccine porta i segni indelebili della realizzazione dei famosi plastici di studio.Il taglierino, acciao contro legno, ha vinto la sua battaglia lasciando tracce che si sovrappongono alle venature del legno che solo una vecchia nonnina potrebbe colmare con farina,uova e gesti antichi che si perdono nel tempo…
La realizzazione di questi due plastici di studio mi ha portato via moltissimo tempo ma, come il recitare un mantra ,mi ha permesso di identificarmi in ogni singola abitazione del Villaggio Olimpico. Ogni percorso,ogni edificio,ogni alberatura realizzata a mano mi ha consentito di capire nel profondo quello che andavo studiando e realizzando. Il cambiare tecnica realizzativi dal plastico 1:1000 a quello 1:500 mi ha consentito di sperimentare l’utilizzo di materiali diversi con pregi e difetti che diventano evidenti nel plasmarli. Dal poliplatt al filo di rame, dal cartoncino alle spugnette spontex……mi sono sentito un poco artigiano e quella che sembrava una grande scocciatura è diventato un modo per vedere sotto un profilo diverso un buon lavoro da portare a termine in tutti i suoi modi di rappresentarlo. In fondo mi sono sentito un po come , appunto, mia nonna quando stendeva la pasta.

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