Montecerboli - Roberto Rossi Architetto

Roberto Rossi ARCHITETTO PAESAGGISTA LANDSCAPES & GARDEN
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Montecerboli [concorsi e workshop]
1. Ispirazioni
Passeggiando tra i banchi del mercato settimanale che si snoda lungo l’arteria di Via Matteotti si giunge ad uno slargo che consente la vista contemporanea del vecchio abitato di Montecerboli dal quale spunta l’antica torre campanaria e il complesso geotermoelettrico di Larderello.
I camini delle torri di condensazione svettano determinando con la loro mole un segno preminente nella visione paesaggistica circostante. La vecchia struttura medioevale dell’antico centro abitato sembra quasi voglia dialogare con tanta tecnologica ed industriale presenza.
Il sottile legame che lega vecchio e nuovo, archetipo e segno, sono le linee di tubazioni che si innervano e dipartono da Larderello per allargarsi come una ragnatela nel territorio circostante. Tubi in acciaio rilucente o macchinari arrugginiti, vapore che appare e scompare, vecchie architetture industriali che si fondono con le fitte macchie di leccio e rovere rappresentano un dialogo continuo tra territorio e realtà industriale.
Le case degli operai di Larderello progettate da Michelucci svettano tra la mezza collina che si coglie con un unico colpo d’occhio da Montecerboli. Anche la pregevole Chiesa si insinua tra il verde e con i giochi di luce delle sue vetrate contrapposte con la poetica del cemento “faccia a vista”, sembra quasi voler stabilire un legame ancorchè visivo con l”hortus conclusius” ,piccolo e riservato giardino, che il Bicocchi donò a Montecerboli e che realizzò (progettò)sulla sommità del vecchio centro abitato quasi a voler scrutare il parco oggetto del nostro progetto. Guardare ed essere guardati. In un continuum che lega cultura e territorio, realtà e immaginazione.
2. Analisi paesaggistica e del costruito in un’ottica ecocompatibile: gli obiettivi
Dai rilievi effettuati “in situ” emergono le criticità e le potenzialità paesaggistiche dell’intera area. In particolare analizzando le carte tematiche e studiando gli appunti presi durante i sopralluoghi si possono ricavare le seguenti linee guida:
  • Rispetto dell’andamento naturale del suolo:si     privilegerà la stabilizzazione e consolidamento del terreno seguendone     gli andamenti prevalenti e sfruttando le migliori esposizioni. Si     effettuerà una campagna preventiva di monitoraggio della subsidenza del     suolo atta a prevenire l’erosione e il collassamento del piano di     campagna.,
  • ripristino dell’equilibrio ambientale tra     suoli permeabili e suoli impermeabili:aumentando la presenza di materiali     naturali utilizzati nelle superfici orizzontali per mitigare gli impatti     ambientali negativi derivanti dall’urbanizzazione,
  • ripristino del sistema idrogeologico     attraverso la realizzazione di canali e zone umide per il convogliamento     ed il recupero delle acque piovane a scopo irriguo e soprattutto , per la     gestione del verde di futuro impianto,
  • creazione di bacini ipogei di raccolta e     riuso dell’acqua piovana: il sistema di riciclaggio delle acque     meteoriche servirà alle fontane e agli impianti di irrigazione del     verde pubblico e per usi non potabili,
  • posizionamento strategico ed esposizione     degli edificati che presenteranno,ove possibile, un orientamento     equisolare,
  • la tipologia edilizia del costruito è distribuita su un solo livello     dove  si trovano i servizi     ristoro,bar,spogliatoi e servizi .Grandi vetrate proiettano gli ambienti     interni verso le aree esterne adiacenti, creando relazioni tra interno     ed esterno dell'edificio. Il tetto verde del locale pasti ,oltre a fornire     un ottimo isolamento termico della copertura, fornisce un ulteriore     parcella di suolo mutuato a verde,le facciate degli edifici sono protette da     ante frangisole che diventano motivo estetico-compositivo oltre che     funzionale,
  • la forte componente di innovazione tecnologica     viene evidenziata dall’utilizzo di pannelli solari fotovoltaici sulle     coperture e dall’illuminazione realizzata con dispositivi a led a basso     consumo (solar tree),
  • la sostenibilità ambientale     si verifica con l’efficienza degli impianti, il contenimento del     fabbisogno energetico, la limitazione dei consumi, il risparmio nella     gestione degli impianti, la riduzione delle dispersioni e delle emissioni     di CO2,
2.1 Il verde
Montecerboli è caratterizzato da spazi a verde frammentati e dilatati, nei quali il sistema del verde può divenire elemento strutturante fornendo identità ai luoghi e svolgendo un insostituibile ruolo ecologico nell’aggregato urbano che collega la città consolidata moderna e la vecchia struttura medioevale. La vegetazione oltre ad essere un elemento estetico-funzionale, deve avere tra gli obiettivi prioritari anche quello di depurare l’aria e di migliorare il microclima. Le nuove piantumazioni sono inserite dopo un attento studio delle ombreggiature generate e degli effetti sulla ventilazione. La nostra proposta si basa sul rispetto delle linee guida sotto riportate:
  • il     Parco presenta estese superficie erbose, aree coperte da alberature e dalla     presenza dell’acqua che costituisce un sistema in continuo dialogo con     tutta l’area. Il parco risulta suddiviso in tre zone: nella zona     nord-ovest insiste un’ area dedicata al gioco dei bambini mediante l’utilizzo     di essenze autoctone tipiche della campagna circostante a     coprire dei leggeri declivi usati per il gioco,
  • si     provvederà alla creazione di viali alberati e siepi lungo gli assi     principali di attraversamento del Parco utilizzando specie arboree autoctone     e idonee a ridurre l’inquinamento atmosferico (fall out) oltre che acustico,
  • creazione     di luoghi di incontro per i frequentatori del Parco in     particolare nel tratto a forte pendenza che dalla sommità nord-ovest dove     è ubicato uno dei parcheggi, porta alla pista di pattinaggio e tiro con     l’arco,
  • riprogettazione     integrale degli spazi collettivi sopprimendo     gli scollamenti attuali e trasformazione di parte di questi in giardini     attrezzati per l’incontro e la sosta,
  • si     ricreeranno delle aree di macchia arborea con essenze prevalenti di ”Quercus Ilex” e “Quercus Robur” eliminando le     presenze di “Robinia Pseudacacia”     e dei “Pinus Pinaster” o “Pinus Pinea” che insistono     nell’area della cavea con sostituzioni e affiancamenti mirati.
In particolare, considerando le condizioni bioclimatiche dell’area destinata alla realizzazione del Parco, si può ipotizzare uno studio della vegetazione potenziale a seguito di una corretta riforestazione in ambito urbano. Ciò corrisponde al tipo di vegetazione  che si svilupperebbe nel territorio in condizioni di assenza di disturbi antropici, in un lasso di tempo molto ampio.
Le piantumazione di alberi a chioma compatta per ridurre l’inquinamento acustico e olfattivo, depurare l’atmosfera da gas nocivi e come barriera ottica e le essenze caducifoglie per l’ombreggiamento e il raffrescamento estivo saranno elemento trainante  del progetto.
2.2 Le superfici
La permeabilità delle superfici dipende fortemente dai materiali usati e ,di conseguenza, dalla destinazione d’uso del suolo. L’equilibrio idrogeologico è facilmente rispettato perché l’area del parco ha un grado di permeabilità medio visto il basso grado di artificializzazione (pochi edifici e percorsi in tutta la superficie del parco) .
In particolare si impiegheranno per le superfici artificiali:
  • Asfalto: l’asfalto è un     materiale a bassa permeabilità, ciò comporta fenomeni di ristagno che     possono alterare il microclima. Verrà utilizzato esclusivamente nelle aree     di sosta auto.
  • Pavimentazione artificiale:     l’uso eccessivo  negli spazi vuoti     del parco crea zone con ristagno d’acqua e innalzamento temperature. Il     cemento e le resine impiegate nello spazio comune del ristoro alla base     del Parco comprende innesti di altri materiali e una attenta rete drenante     favorirà lo smaltimento delle acque in eccesso
  • Pavimentazione in pietra: le     ardesie scalpellate o bocciardate sono impiegate per evidenziare con un     segno facilmente identificabile, tutti gli accessi del Parco. Le “piastre”     sovrapposte di diverso materiale e con diversa orditura dello stesso     invitano il visitatore all’accesso per scoprire quanto offre il Parco.
  • Terra stabilizzata e ghiaia:     permette la traspirazione del suolo che assorbe l’acqua. E’ fortemente     permeabile. Verranno ampiamente utilizzati nella realizzazione del Parco     con uso di terre stabilizzate, ghiaie miste di cava a piccola     granulometria in particolare in tutti i percorsi visibii sul masterplan.
2.3 L’acqua
La traccia di lavoro che intendiamo seguire nell’ambito della gestione delle acque meteoriche si rivolge ad un recupero dove possibile di queste ultime. Questa necessità progettuale è dettata da motivazioni di diversa natura:
·         dinamica di deflusso delle acque nelle zone urbane (impermeabilizzazione dei suoli);
·         separazione percorsi acque bianche e acque nere (minor impegno per la fognatura pubblica, risparmio nel dimensionamento e nell’esercizio del depuratore);
·         riduzione dei consumi di acqua potabile attraverso l’utilizzo delle acque piovane recuperate per usi secondari (irrigazione orti e giardini dell’intero Parco);
·         aumento del tempo di corrivazione con utilizzo di materiali drenanti per i percorsi e le aree di sosta del parco;
·         miglioramento del microclima all’interno dell’aggregato urbano (ionizzazione dell’aria, riduzione del fall out atmosferico);
·         miglioramento estetico-percettivo dell’intero nucleo del Parco;
·         accrescimento della coscienza ambientale (recupero della cultura dell’acqua intesa come bene prezioso).
Compatibilmente con la morfologia del sito, dei vincoli urbanistici ed economici si propone di realizzare un circuito delle acque piovane che preveda la loro raccolta in cisterne ipogee, preceduta da un essenziale trattamento primario (grigliatura e filtraggio), che alimenta le utenze per l’irrigazione del verde e l’alimentazione delle fontane, mentre l’acqua piovana raccolta dai tetti delle case lungo Corso Matteotti e nei complessi scolastici integra ed alimenta all’interno del Parco in progetto un percorso d’acqua composto da varie figure acquatiche (fontana del vecchio lavatoio,specchio d’acqua sulla cavea del teatro) che organizza il verde pubblico. Attraversato il circuito, l’acqua ritorna nella stessa cisterna munita di troppo pieno che attraverso dei sistemi di dispersione immette le eventuali acque in eccesso nel sottosuolo.
3. Alla scoperta del Parco : il nostro progetto
Con il testo che segue, si vuole accompagnare un ipotetico visitatore del Parco alla scoperta degli angoli più remoti e trasferire in lui, le sensazioni che tale percorso nel verde, vuole suscitare.
Lasciata l’auto sulla spianata destinata a parcheggio nella zona superiore a nord-ovest del Parco, si possono scorgere subito due piattaforme minerali che affacciano sulla sommità del Parco stesso e che , in un momento di sosta e relax, offrono subito una vista di insieme dell’intero abitato antico. Sulla sinistra, a scacchiera si distinguono le abitazioni progettate in concomitanza con gli edifici dei dirigenti e degli operai di Larderello dall’Architetto razionalista Giovanni Michelucci e ,volgendo lo sguardo al nucleo medioevale di Montecerboli, si stabilisce immediatamente una connessione visiva con la piazzetta-giardino progettata dall’Architetto Giancarlo Bicocchi dalla quale la sua sagoma seduta si scorge osservare proprio l’area sommitale del Parco. Le due spianate sono in ardesia scalpellata e in peperino giallo a creare uno stacco cromatico con il sentiero in terra stabilizzata che da qui parte per snodarsi sull’intera area dedicata a Parco.
Appena sotto le due piastre minerali , dopo un leggero declivo, si giunge all’area dedicata a parco giochi per bambini che si trasforma in un mezzo straordinariamente adatto a rappresentare gli stadi della crescita di un bambino. Stadi che corrispondono a una sequenza di spazi collegati tra loro da segni e materiali differenti. Il declivo per rotolare o salire (le difficoltà) , un labirinto di lavagne dove aggirarsi scrivendo e scarabocchiando (la scoperta) , dei cubi dove arrampicarsi (la sfida) costituiscono tutti elementi simbolici atti ad invogliare la scoperta e la ricerca dei piccoli frequentatori.
Proseguendo nella nostra ipotetica visita e scendendo per il viale in terra stabilizzata,sulla sinistra si scorge l’area spettacolo. La vecchia cavea non viene spostata ma riqualificata con una nuova sistemazione in travertino che ricopre le vecchie sedute ad emiciclo. Sulla vecchia superficie del palco, viene sovrapposto uno strato di ardesia e peperino con inserita una matrice di ugelli buster con ossigenazione a voler creare dei giochi d’acqua che possono essere o meno disattivati nell’arco della giornata. In notturna, gli spruzzi d’acqua sono illuminati da led montati assialmente su una piastra porta ugello. Tali fasci di luce sono ripresi dal bordo della spianata che, sopraelevato rispetto al piano di campagna, ha una striscia led a basso consumo che illumina l’intera circonferenza del palco.
Volendo accedere all’altro percorso, si svolta sul sentiero secondario che parte sulla destra del teatro e si entra nella zona del Parco più riflessiva e tranquilla. Il sentiero scende dolcemente verso l’area destinata alle manifestazioni sportive favorendo la sosta in apposite aree dove assistere agli eventi o spaziare con lo sguardo dal vecchio centro storico del paese fino ai forti segni dell’abitato industriale. Dallo sbancamento e riporto del materiale si ricavano piazzole lenticolari con l’alzato ricoperto in corten ad evocare i macchinari industriali della vicina area termoelettrica di Larderello. Il segno del corten è una traccia che viene ripresa in più punti nell’intera area ad evecore la sottile ragnatela di tubazioni che ammanta il territorio circostante.
Seguendo il percorso, si giunge all’area dedicata ad eventi e manifestazioni che si relaziona con le strutture ristoro e bar .Anche questa area è pavimentata con inserti in peperino e travertino ad interagire con inserti di verde che si diramano dal colletto delle piantumazioni che insistono nell’area. Pavimentazione artificiale e vegetale che dialogano e si compenetrano in un unico armonico abbraccio. Anche l’illuminazione sfrutta i nuovi sistemi solari applicati all’utilizzo di led a basso consumo. In tutta l’area ,compresi gli spogliatoi e alle pensiline ombreggianti delle tribune, si darà ampia  enfasi all’utilizzo di pannelli solari fotovoltaici per la produzione di energia elettrica o l’utilizzo di solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria da destinare a servizi e docce.
Una rimodellazione topografica  ha permesso la creazione di due tetti giardino che sovrastano i locali ristoro e che, con l’utilizzo di materiali ecocompatibili e bioclimatici, fa entrare di diritto l’intero Parco in un ciclo virtuoso che rende l’impatto ambientale e la biocompatibilità  un elemento qualificante dell’intera area. Tutta l’acqua in circolazione nell’intero parco sarà a circuito chiuso e privilegerà il completo ciclo di recupero delle acque meteoriche, di accumulo e di condensazione.
La parte finale del Parco si conclude con il sentiero in terra stabilizzata che si ricongiunge con la strada asfaltata che porta alla sommità del vecchio paese e con le piastre in ardesia e peperino. Tutto il sentiero è anche ciclabile, a creare una connessione con l’area sportiva di Larderello . Il vecchio fontanile e il muro antistante entrano di diritto come uno dei segni più forti dell’intero progetto. A terra viene tracciato con del travertino, la sagoma a vasconi del vecchio lavatoio e dalla parete di fronte viene fatta cadere una lama d’acqua che rompe la sua linearità lungo la parete stessa , generando uno scroscio gorgogliante. L’acqua stessa scompare alla base del muro in una caditoia che indirizza l’acqua stessa nel circuito di ricircolo. Sulla parete dove scorre l’acqua, si riscopre il segno in corten di un albero stilizzato che si va a ramificare su tutta la superfice della parete ad evocare le tubazioni presenti nelle zone dell’intorno.
La stessa sagoma a terra del vecchio lavatoio dispone degli stessi ugelli utilizzati sul palco a creare uno specchio d’acqua sottilissimo che riflette l’immagine della torre campanaria dell’antico nucleo di Montecerboli.
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